sábado, 9 de febrero de 2008

Ultrà con il laser per accecare (cegar) i calciatori

È successo a Vienna e Napoli. I tedeschi si organizzano online: «Portiamone 30 mila»



BERLINO — C'è chi dice possa provocare cecità (ceguera) e cancro al seno. Il guaio più grosso, però, è che può lasciare un goleador a secco. O un portiere fermo come un palo. È la nuova arma impropria che rischia di invadere gli stadi europei: il laser pointer, puntatore laser. Il caso più clamoroso è successo la sera di mercoledì: almeno tre giocatori della nazionale tedesca, impegnata a Vienna contro l'Austria, sono stati messi nel mirino dalle tribune con un raggio verde piuttosto potente. Sì, a Vienna, dove si giocherà la finale di Euro 2008. Ormai, alcuni blog tedeschi discutono animatamente la questione, che rischia di diventare irritante. E ieri la questione è finita sulla prima pagina della Sueddeutsche Zeitung.

Il primo attacco si è avuto al quindicesimo minuto del primo tempo, visto da milioni di telespettatori tanto che i due telecronisti della rete Adr hanno parlato, con una certa preoccupazione, di «pistola laser».
La tortura ai calciatori tedeschi è poi continuata per buona parte della gara e ha interessato almeno il portiere Jens Lehmann — che ha dato comunque l'impressione di non vederci, laser o non laser — Bastian Schweinsteiger e Manuel Friedrich. A questo punto, alcuni gruppi di tifosi si sono scatenati. Meglio: la maggioranza degli interventi sui blog sportivi condanna il nuovo tipo di aggressione, lo ritiene addirittura pericoloso. Altri, però, più che indignarsi ai metodi hi-tech della tifoseria austriaca sembrano eccitati all'idea di avere trovato un'alternativa alle monetine da gettare (lanzar) sulla testa dei portieri. «Quando succederà che 30 mila fan tedeschi indirizzino i loro laser pointer su un portiere argentino?», si chiedeva ieri un tifoso con l'acquolina in bocca (haciendoseles la boca agua). Su fussball- foren.net, un altro tifoso commentava che «si è sempre saputo che il fan allo stadio è il dodicesimo uomo, ma se ne è sottovalutato il potere ».

La tecnica non è del tutto nuova. Lo scorso primo dicembre, per esempio, l'ha sperimentata a suo danno l'attaccante del Chelsea Didier Drogba: in un incontro con il West Ham allo Stamford Bridge, è stato perseguitato dalla luce verde. E invece di calciare in porta è caduto e si è fatto male a un ginocchio.
Pochi giorni dopo, a Napoli, Domenico Morfeo del Parma è stato infastidito (molestado, fastidiado) da un raggio proveniente dagli spalti, tanto che la squadra emiliana ha protestato con decisione e il Napoli è stato multato. L'episodio austriaco è però il più significativo e preoccupante. Il laser pointer, infatti, costa una decina di euro e può essere facilmente portato dentro lo stadio in una tasca, anche se bisogna dire che il disturbatore non è difficile da individuare dal momento che tiene in mano lo strumento. Se l'attacco fosse però organizzato in massa da gruppi di tifosi, un incontro di calcio rischierebbe di essere rovinato.
E se il giochetto dei fan «stupidi» - come li ha definiti Drogba - prendesse piede in terra austriaca, gli Europei di quest'anno potrebbero essere seriamente disturbati.

In questione non sono tanto le penne laser rosse che si usano, su slide e lavagne, come indicatori al posto della tradizionale bacchetta. O i laser che nella vita di tutti i giorni si considerano poco più che giocattoli per fare impazzire il gatto di casa. In questo caso si tratta di laser verdi che possono essere venti o trenta volte più potenti e che la letteratura di chi li produce indica proprio - per significare la loro portata - come capaci di arrivare da una parte all' altra di uno stadio. Qualcosa di imparentato, in fondo, con i puntatori laser montati sui fucili di alcuni eserciti. Una nuova frontiera negli scontri tra tifoserie (aficiones)? Un salto tecnologico nella guerra del calcio? Forse, tristemente, un nuovo modo di divertirsi.

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