jueves, 27 de marzo de 2008

LA SPAGNA DEL TIQUI TACA


LA SPAGNA DEL TIQUI TACA - Non è facile scrostarsi (desencrustar, quitar) dalla pelle i pregiudizi. Ma in quel ridurre la nostra abilità difensiva, la nostra intelligenza tattica in una parolaccia, in una specie di insulto c’è un errore profondo che fa male soprattutto a chi lo pronuncia. Se la Spagna non ha mai vinto un Mondiale è anche per questo. E infatti anche ieri i giocolieri del “tiqui taca”, i virtuosi ragazzini di Aragonès, che hanno messo in fila quattordici risultati consecutivi, hanno assaggiato com’è duro il pane azzurro. Hanno rimbalzato contro l’Italia e, a metà del secondo tempo, dopo aver subìto un gol annullato senza motivo a Toni e una traversa di Camoranesi, hanno dovuto ascoltare i primi fischi e i cori “Raul, Raul”, da parte di tifosi scontenti e desiderosi di chi non c’è.

L’ITALIA DI UNA VITA - I giocolieri del “tiqui taca”, nel secondo tempo, hanno constatato che l’Italia non è tutta catenaccio e che se si mette in testa di creare, lo fa con classe. Camoranesi ha sparato sul legno (larguero, madera) un cross di Grosso, lo stesso Camoranesi ha poi calciato sul corpo di Casillas il possibile vantaggio. Grosso, Camoranesi, Toni che ha segnato un gol irregolare solo per l’arbitro: altri reduci dal Mondiale, altri segnali di Restaurazione. Non ci nascondiamo. La Spagna ha giocato meglio, ha costruito di più e alla fine si è meritata il gran gol di Villa. Non nascondiamoci neppure un po’ d’invidia per quella pioggia di giovane talento piovuta nel loro centrocampo, mentre noi siamo costantemente aggrappati (aferrados, agarrados) alle idee di Pirlo. Gli Aquilani crescono, ma ne avremmo bisogno di più e con l’esperienza che i Fabregas e gli Iniesta hanno già assorbito in tante notti di Champions. Ma quei nostri gioielli nel cassetto continuano a trasmetterci una grande sicurezza. “L’Italia di una vita” potremmo titolare, leggendo le nostre sensazioni dopo Elche. Quella che sa difendersi meglio degli altri, quella che sa rifiorire (reflorecer) quando è il momento più opportuno, quella che rende di più quando la temperature sale. O almeno: non ci resta che sperarlo.

RAÚL COME AL SOLITO NON C'ERA.

No hay comentarios: